27 Aprile 2024
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1989 campione del blasonato torneo MAESTRELLI
Possiamo dire che un´annata che ha fatto sognare la dirigenza dell´O.D.B., è stata l´annata degli esordienti del1989, infatti nello stesso anno 2001 il bottino è stato assai ampio,vincendo campionato esordienti, torneo Maestrelli, premio castruccio, e anche un significativo successo personale, infatti è riuscita a strappare un pareggio al f.c. Barcellona nel torneo internazzionale di Castelnuovo magra.Insomma questa annata a tanti ricordi da poter raccontare e il super testimone potrebbe essere un artefice di quelle vittorie si perchè il Mrs. di quella spumeggiante squadra fu Mrs. Marselli.
La rosa era composta da:
LUCA BINI
LUCA BASILE
FRANCESCO DAZZI
ALESSANDRO APPOLONI
MATTEO GUADAGNUCCI
PAOLO IODICE
MARCO DANES
THOMAS SANTUCCI
FRANCESCO MORLEO
SAMUELE CALCAGNO
LUCA PERI
ANDREA PROCURANTI
NICOLA COLOMBI
ANDREA PEDRONI
LORENZO DI GIOVANNI
MATTIA PISANI
MATTIA SANGUINETTI
SIMONE MARTIGNONI
LORENZO VOLPI
MARCO RUSTIGHI
GABRIELE DORETTI
NICOLA GALEOTTI
GIACOMO BERTOLUCCI
MICHELE DEL PADRONE
LA STORIA
Raccontare la storia della nostra associazione sportiva significa dover necessariamente parlare delle chiese e degli ambiti parrocchiali dove il seme sportivo è stato germinato.
Nel 1939 Monsignor Ferdinando Montuschi fondava la Parrocchia di Nazzano dove nell´agosto di sessanta anni fa, il ... 1948 lasciava questa terra. A questo uomo il popolo di Nazzano e gli sportivi devono un doveroso ed affettuoso ricordo e ringraziamento per avere profuso le proprie risorse economiche e le sue energie per le genti. Egli originario della Romagna in occasione di soggiorni sul nostro litorale maturò l´idea di stabilirsi nella zona ed attraverso le risorse economiche personali definì l´acquisto di un´ex proprietà Fabbricotti consistente in un terreno coltivato ed in un complesso di fabbricati consentendo l´erezione di quel territorio a parrocchia, fino ad allora facente parte della chiesa di Avenza.
Ferdinando Montuschi era nato il 18 gennaio 1871 a Faenza, industriosa cittadina romagnola famosa per la lavorazione della ceramica. La sua era una famiglia con buona educazione morale e religiosa che godeva di buone risorse economiche e materiali ed avvertendo la sua inclinazione alla vita sacerdotale lo avvia al Seminario locale dove viene ordinato sacerdote il 29 settembre 1893.
Trascorre alcuni anni collaborando nella diocesi della sua città e nel contempo migliora gli studi teologici presso la Facoltà di teologia di Bologna ove consegue la laurea.
Dal punto di vista del ministero svolgerà l´attività di coadiutore della Parrocchia di Lentigione e successivamente diviene parroco di Campagnola dando forte impulso ad attività civili creando un asilo per bambini, attività per la gioventù e procede la restauro della Chiesa e della canonica non dimenticando l´aiuto ai bisognosi. Viene quindi assegnato ad una più importante parrocchia quella di Bertinoro ed è docente di lettere e di teologia nel Liceo del seminario.
Continua questa sua attività di pastore fino al 1921 quando viene trasferito in una terra difficile come quella istriana, oggi iugoslava, dove si ferma fino al 1926 a Cittanova d´Istria continuando la sua azione di dinamico pastore ed anche qui apre una scuola materna, ricreatori per la gioventù e promuove organizzazioni caritative.
Nel 1927 rientra a Guastalla con l´incarico di canonico della cattedrale e direttore dell´ufficio amministrativo diocesano. Ed è in questi anni che seguono che il Dottor Montuschi maturerà la sua idea di fermarsi in questa zona e promuovere una nuova attività parrocchiale, costola della ben più importante Chiesa di Avenza. La scelta della località è stata giudicata non casuale né repentina, nel suo soggiorno presso la casa del Clero di Marina di Massa incontra sacerdoti locali e discute della situazione religioso morale della zona, area da questo punto di vista che anche allora presentava caratteri di asprezza comuni alla terra d´origine di Don Fernando.
Qua è dove decide di concludere il suo ministero sacerdotale e grazie ai buoni uffici di Don Alessandro Ambrosini viceparroco di Avenza si fa attrarre dal territorio di Nazzano dove già dal 1930 si era deciso di affrontare la costruzione di una chiesa con l´appoggio del parroco Don Moni Frediano, storica figura amata da tutte le genti di Avenza. E che ritroviamo nel percorso storico avenzino .Varie famiglie del luogo contribuiscono in vario modo alla costruzione del tempio che viene aperto nel 1934 e la presenza di terreni e fabbricati vicini all´edificio eretto a chiesa, oggetto di donazione di parrocchiani, induce Don Montuschi a decidere di acquistare dalla Banca Nazionale del lavoro con mezzi personali il limitrofo complesso agricolo con l´intento di creare una più ampia struttura.
Acquistato il tutto Don Montuschi immediatamente trasforma alcune cantine in locali di scuola materna ed abitazione per le sue suore, in questo lo aiuta il fratello ingegniere Carlo Montuschi. Ed a scanso di equivoci con atto notarile di donazione del 23 marzo 1939 passa tutta la proprietà alla Chiesa di Nazzano .
Il Vescovo di Massa Carrara Mons. Cristoforo Terzi nel confermarlo 1° parroco di Nazzano lo propone per un´onorificenza pontificia per il suo grande gesto munifico.
Ecco poi partire scuola materna e poi doposcuola elementare, scuole di ricamo e cucito, attività ricreative giovanili, il tutto con il grande aiuto delle Suore Orsoline del F MI di Verona.
Sopraggiunge il periodo bellico e l´età avanza, sarebbe disposto a farsi da parte ma il Vescovo non lo vuole esonerare e gli da un aiuto con un sacerdote istriano profugo Don Dario Chialbren.
Siamo ormai giunti verso la fine terrena di Monsignor Fernando che muore il 22 agosto 1948 con la dignitosa semplicità che aveva ben dimostrato di possedere.
Dal 1957 riposa nella sua Chiesa di Nazzano.
A lui succede Don Aldo Biggeri che continua la sua opera e apporterà con prudente gradualità cambiamenti, miglioramenti e restauri a Chiesa e canonica ampliando gli spazi per gli ambienti di svago e distrazione per i giovani.
Guardare una distesa di spighe che ondeggiano al sole ed immaginare un campo di calcio, due porte, una rete, ragazzi che giocano, un pallone che rimbalza e va ad infilarsi in mezzo al coltivato....
Rinunciare ad una risorsa immediata, il frumento, poteva sembrare folle in una piccola realtà parrocchiale italiana degli Anni 50... Eppure nascerà così prima l´associazione Don Bosco e poi il Gruppo Sportivo Don Bosco Nazzano, vivaio di giovani ancora oggi una delle realtà più concrete nella provincia di Massa Carrara.
Un progetto nato dalla visione di un uomo che "fece un sogno" Don Aldo Biggeri.
Un prete di trent´anni - nato nel 1914 a Follo e cresciuto a Castelnuovo Garfagnana - che amava lo sport, la bicicletta ed il calcio, ed era un uomo di cultura nel senso più profondo.
"Non sotterrare mai il proprio talento, farlo fruttare" diceva citando la sua parabola preferita.. Entusiasta e serissimo, riservato ma aperto al dialogo, un poeta - scriveva versi sulle Apuane - tanto pazzo e tanto saggio da vedere oltre il grano, il pane, una vigna colma d´uva e la società contadina, la possibilità di gettare un seme più profondo in un terreno che potesse produrre frutti preziosi da cogliere per molti anni a venire. Dopo le colline della Garfagnana e le aguzze Alpi Apuane di Casette in provincia di Massa Carrara è a Nazzano, nella dolce pianura tra mare e montagna , che già affascinò Monsignor Montuschi, che prende vita l´idea di uno spazio per i ragazzi.
C´era la Chiesa, c´era la parrocchia ma si doveva creare un luogo che aiutasse i giovani a crescere sani in una società alle soglie del boom economico. Sarebbero arrivati gli anni sessanta ed educare giocando era l´intuizione che sottraendo spazio al pane ed al vino spianava il terreno a quello che sarebbe diventato un punto di riferimento ed orientamento per tantissimi. Un luogo speciale il Don Bosco, che rifletteva non solo il prete ma l´uomo Don Aldo che della sua cultura non ha mai fatto un bene privato, da vivere tra un breviario ed un rosario; ti trasmetteva il senso che lo studio non era noia ma passione ed ogni colloquio con lui, insegnate di religione nel liceo artistico della contestazione, portava ad una serie di rimandi e nuovi approdi da cui ripartire. Una "rete" si direbbe oggi, ma senza evanescenze virtuali con i nodi delle connessioni ben saldi, vissuti, che conducevano al vero sapere.
Tra un calcio al pallone, un torneo, una visita nella sala delle coppe ed alla sua biblioteca trovavano spazio - gratuitamente - lezioni di greco, latino, francese ed italiano.
La capacità di saper lasciare ad altri un patrimonio, di crearsi una discendenza si esprime con la scelta, a partire dagli anni 70 di affiancarsi Don Luigi Bacci, nuovo giovane pastore a cui lasciare poi il testimone e la responsabilità del progetto. Un progetto da difendere dai "poteri forti" di una città - Carrara - portata per sua natura a sacrificare spesso iniziative alla "ragion di stato del marmo". La lotta e la vittoria contro le segherie confinanti che volevano occupare gli spazi che nello spirito di chi li aveva cosi voluti stavano a metà tra cielo e terra è definitivamente vinta negli anni di Don Bacci .
Grazie Don Aldo che da lassù continui a non perderti un attimo della nostra giornata sportiva.
 
 

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